

Per una sana abbronzatura
Alla prima insorgenza di tintarella, alcuni smettono di usarla, altri la lasciano nella borsa se il cielo è nuvoloso, altri ancora utilizzano quella dell’anno precedente perché “tanto non scade”. Sono questi, e molti altri, i falsi miti che ruotano intorno alla crema di protezione solare, che ogni estate bisogna acquistare prima di recarsi in spiaggia per non danneggiare la pelle e ottenere una sana abbronzatura.
I luoghi comuni
Secondo il portale di informazione sulla salute Medical News Today, i luoghi comuni sulle creme solari sono dieci. Conoscerli per non sbagliare è importante per la vostra salute: scoprili nella nostra gallery.
1) Non è sempre necessaria
Pensate che quando nel cielo ci sono le nuvole la crema protettiva sia inutile? Vi sbagliate, perché anche quando è molto nuvoloso, o addirrittura coperto, i raggi ultravioletti raggiungono comunque la superficie terrestre e la nostra pelle. Quindi, anche in queste situazioni metereologiche, usate una crema che contenga filtri anti UVA (i più energetici) e UVB (i più dannosi per la pelle).
2) Ostacola l’assorbimento di vitamina D
Bastano 15-30 minuti di sole al giorno per fare il pieno di vitamina D nelle giuste quantità. Ma state tranquilli: anche con i filtri solari la assorbirete. Scopri quanto tempo esporti al sole, a seconda della stagione, per fare scorta di questa vitamina.
3) Le creme sono tutte uguali
Sbagliato. I prodotti solari che applichiamo sulla pelle sono realizzati con filtri chimici o con schermi fisici. Le creme a base di ossido di zinco o biossido di titanio, ad esempio, schermano fisicamente i raggi del sole e sono più efficaci rispetto a quelle a base di bloccanti chimici, come l’avobenzone.
4) Se ho la pelle scura, non mi serve
Sicuramente chi ha un fototipo 5 o 6 ha la cute più protetta dalle radiazioni del sole grazie all’alto contenuto di melanina nella pelle e non si scotta (quasi) mai. Tuttavia, i raggi UVA, anche se si è scuri, favoriscono l’invecchiamento della pelle.
5) Sono già protetta dalle lampade
Molti credono che per preparare la pelle all’esposizione solare sia necessario sottoporsi a lampade e docce solari. In realtà, questa considerazione non ha alcuna valenza scientifica, anzi. Venti minuti di esposizione ai raggi della lampada equivalgono a 200/300 minuti sotto al sole naturale del mese di agosto e ciò comporta esattamente gli stessi gravi rischi.
6) Se la metto, non mi abbronzo
Non temete: l’abbronzatura arriverà più lentamente, ma arriverà, perché una parte dei raggi del sole raggiunge comunque la pelle, che inizierà a produrre melanina. Con la crema, però, avrete il vantaggio di ottenere un’abbronzatura sana e non correrete il rischio di ustionarvi e, nel lungo termine, di sviluppare melanomi (ecco le regole d’oro della prevenzione).
7) Può causare problemi di salute
Si è parlato spesso di alcuni filtri UV che possono arrecare danni alla nostra salute, tra cui l’oxybenzone (benzophenone-3 or BP-3). Uno studio dell’Università di Copenhagen e del Copenhagen University Hospital ha dimostrato che questo e altri filtri possono interferire con la funzionalità degli spermatozoi, ma altre ricerche scientifiche rassicurano sostenendo che i livelli di esposizione dannosi sono irraggiungibili usando la protezione tutti i giorni.
8) Basta metterla una volta al giorno
A causa della luce, la maggior parte delle creme solari perde efficacia dopo mezz’ora. Cerca di riapplicarla nelle giuste dosi ogni 2-3 ore.
9) Se entro in acqua, resiste
In vendita ci sono molti prodotti per la protezione solare con la dicitura “resistente all’acqua”. In realtà, nessuna crema è impermeabile al 100%, per questo è sempre meglio riapplicarla dopo aver fatto il bagno.
10) Non scade mai
Come tutti i prodotti cosmetici, anche le creme solari scadono. I loro ingredienti, infatti, possono rovinarsi nel tempo e lasciare la pelle non protetta se utilizzati sotto il sole. Ecco come interpretare la scadenza di questi prodotti dall’etichetta.