

Negli ultimi anni, sia in ambito scientifico che in televisione o anche nei corsi di educazione alla salute o di cucina, si parla sempre più spesso del binomio alimentazione-salute.
Cosa mangiare o non mangiare per il proprio benessere è diventato un argomento così tanto trattato che rischia di diventare fonte di confusione, date le molte informazioni che ci arrivano dai diversi canali.
In realtà, bastano poche accortezze.
Stare attenti a evitare alcuni errori dettati dalle consuetudini e limitare (non per forza evitare, bensì ridurre), alcuni alimenti.
GLI ERRORI DA NON FARE:
- Mangiare troppo. Troppi grassi, troppi zuccheri, troppe calorie, troppi alcolici, troppo sale, troppi cibi pronti, troppe cotture sbagliate (tipo friggere o ripassare in padella), insomma mangiare troppo. Eccedere fa male al nostro organismo che deve gestire un surplus di calorie e nutrienti che lo affaticano.
- Mangiare sempre le stesse cose. Aumentando la varietà degli alimenti e delle cotture, aumentiamo anche la gamma di nutrienti che introduciamo.
- Mangiare velocemente. Se prendiamo più tempo per stare a tavola, si riduce l’introduzione di aria nella pancia e avremmo una pancia meno gonfia, inoltre il senso di sazietà è dato da uno stimolo meccanico che si determina dopo circa 20 minuti che iniziamo a mangiare. Mettendoci almeno 20 minuti, si da’ la possibilità al nostro organismo di sentirsi sazio.
- Mangiare spesso cibi liofilizzati o in polvere. Preferiamo cibi freschi, o confezionati, possibilmente non cibi liofilizzati o in polvere (tipo purè già pronto). Aumenterà il tempo da dedicare alla preparazione del piatto, ma ne acquisterà il sapore e mangeremo meno additivi.
Inoltre, sostituire o ridurre l’introito di alcuni cibi perché, nessun cibo è da demonizzare, ma limitandone alcune quantità, possiamo prenderci cura della nostra salute.
CIBI DA LIMITARE:
- Cibi ricchi di grassi saturi animali. Limitare l’assunzione dei grassi saturi presenti in burro, strutto e lardo, per mantenere sotto controllo il colesterolo, che è legato soprattutto a questo tipo di grassi. La riduzione di grassi saturi deve essere calibrata in base alla specifica e personale tendenza all’ipercolesterolemia e alle cardiopatie. Se è indispensabile limitare al minimo i grassi animali (quelli più ricchi di grassi saturi), scegliamo il latte parzialmente scremato, formaggi magri, carne bianche (invece che rosse). Come condimento meglio prediligere gli oli vegetali (e non burro, panna, strutto e lardo).
- Il sale. Con l’età le arterie tendono a perdere l’elasticità e ciò determina l’aumento dell’incidenza di ipertensione. Si consiglia, quindi, di limitare l’uso di sale e di incrementare l’uso di spezie, aromi e odori, per dare gusto alle pietanze.
- Gli alcolici. Per alcolici si intende dal bicchiere di birra, all’ammazzacaffè, all’amaro, al liquorino dopo i pasti. Sull’argomento ‘alcool’ ci sono alcune divergenze in letteratura e nel mondo scientifico, quindi, vale la regola iniziale. Nessuno alimento è da eliminare del tutto, basta moderarne l’uso cambiando, in alcuni casi, abitudini. A volte tutte le sere sono accompagnate da un bicchierino di fine giornata, o a fine pasto c’è l’amaro o il digestivo. La quantità massima ammessa, generalmente, può essere 1 o 2 bicchieri di vino al giorno.
- La caffeina e teina. Eccessivo uso di sostanze nervine, quali il tè o il caffè, può dar luogo ad ipertensione, tachicardia e nervosismo.
- Gli alimenti ricchi di zuccheri semplici. Frutta, latte, zucchero e dolci, possono far aumentare la glicemia nel sangue.
E per l’acqua? Quale scegliere?
In età senile aumenta il rischio di disidratazione perché diminuisce il senso di sete. Scegliere un’acqua minerale adeguata alle specifiche esigenze diventa importante, proprio perché diminuendone il consumo è fondamentale bere l’acqua giusta che fornisca i sali minerali che servono senza appesantire il lavoro dei reni.
- Per questo si consiglia di alternare acqua dal residuo fisso inferiore a 50 mg/l con acqua dal residuo fisso tra i 300 e i 500 mg/l, garantendo così un’idratazione senza eccedere con l’impegno della funzione renale.