

Le situazioni in cui ci si sente stanchi e affaticati sono molto comuni e riguardano soprattutto chi sta vivendo un periodo particolarmente intenso, come per esempio un esame.
Secondo gli studiosi del Royal College of Psychiatrists, ossia la principale organizzazione psichiatrica in UK, gli episodi di stanchezza sono realtà frequente per 1 persona su 5.
Una su dieci, avrebbe addirittura a che fare con la problematica, oggettivamente molto fastidiosa, dell’affaticamento cronico.
In questi casi, il caffè può rivelarsi di grande aiuto. Mantenendosi attorno alle 3 – 5 tazzine al giorno e facendo attenzione a distribuirle bene nell’arco delle 24 ore, è infatti possibile ridurre il senso di stanchezza.
A trarre giovamento da questa semplice abitudine sono diverse situazioni, come per esempio il lavoro e i già ricordati esami universitari/di maturità.
Ma cosa rende il caffè un elisir così utile contro il senso di stanchezza? La famosissima caffeina, il suo principale componente attivo.
A livello chimico, si tratta di un composto che troviamo in diverse piante, tra le quali è ovviamente presente quella del caffè, ma non solo. Possiamo infatti trovare la caffeina anche nel tè e nel cacao.
Chiaramente c’è una differenza notevole di livello; giusto per dare qualche numero si ricorda che in una tazza di caffè sono presenti fino a 100 mg di caffeina, dosaggi decisamente superiori a quelli tè e del cacao (100 grammi di cioccolato fondente sono caratterizzati da circa 40 mg di caffeina).
Gli effetti della caffeina sul cervello umano sono al centro dell’attenzione scientifica da tempo immemore.
Secondo i parametri dell‘European Food Safety Authority – che ha anche fornito delle cifre sulla quantità di caffeina consumata dalla popolazione del Vecchio Continente dividendo i dati per età – esiste un rapporto causale tra la quantità media di caffeina contenuta in una tazza di caffè e l’aumento della concentrazione.
Gli effetti positivi del consumo di questo alcaloide naturale riguardano diversi contesti. Tra questi è possibile ricordare il lavoro notturno, situazione in cui, secondo gli studiosi dell’EFSA, si può apprezzare una riduzione degli incidenti soprattutto in chi consuma più di 220 mg di caffeina al giorno.
Da citare sono poi i viaggi in aereo e i lunghi tragitti in auto. I dati ufficiali EFSA affermano che il rischio di fare un incidente raddoppia in chi si mette alla guida dopo 17 ore senza sonno, ricordando che consumare caffeina e dedicarsi a un breve riposo aiuta a ridurlo notevolmente.
Non bisogna poi dimenticare l’associazione tra consumo di caffeina (per una dieta sana e bilanciata si consiglia di non superare i 400 mg al giorno) e miglioramento delle prestazioni sportive.
Anche in questo caso, l’EFSA ha inquadrato dati molto interessanti, scoprendo che esiste una correlazione tra il consumo di caffeina e l’aumento dei livelli di resistenza durante l’esercizio di un’attività sportiva.
Gli studiosi hanno notato inoltre che l’alcaloide influisce positivamente sullo sforzo percepito durante lo sport, con vantaggi concreti che riguardano anche chi, di base, non è molto abituato ad allenarsi.